Anche a distanza di secoli, Leonardo da Vinci non smette di stupirci.
Si parla in lungo e in largo della passione del Genio per il vino, ma in pochi accennano alla sua incredibile passione per la cucina. Da alternare alle sue attività di architetto, scultore, disegnatore, scenografo, anatomista, musicista, progettista, inventore.
Parlando di invenzioni, Leonardo inventò persino una bevanda nei pochi ritagli di tempo da alternare ai suoi infiniti studi. Una bevanda rinfrescante e persino afrodisiaca…
… passata alla storia come Acquarosa. Ma prima di svelarti come prepararla, permettimi una breve introduzione che riguarda l’interesse viscerale di Leonardo nei confronti del mondo della cucina…

Dalle traduzioni delle antiche pagine emerge che il padre adottivo di Leonardo, Piero Buti del Vacca, é un pasticcere provetto.
La persona che sarebbe diventata una tra le più geniali nella storia dell’uomo inizia la sua umile carriera come garzone e chef insieme ad un altro grande artista, Sandro Botticelli.
Questa partnership non riscuote il successo che merita e quindi Leonardo si trasferisce a Milano, assunto da Ludovico Sforza, dove ricopre la carica di Gran Maestro di feste e banchetti.
Il Codex Romanoff, una sorta di quaderno di appunti su cibo e ricette risalente all’epoca Rinascimentale, sarebbe opera del grande Genio – ma di questo non abbiamo la certezza assoluta.
Quello di cui siamo certi, invece, è la firma di Leonardo Da Vinci sulla ricetta di una bevanda afrodisiaca a base di petali di rosa.

La ricetta del drink è velatamente nascosta tra le pagine del Codex Atlanticus, la più ampia raccolta di disegni e scritti del Maestro, custodita presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.
Sfogliando le pagine fino al foglio 482 recto (ex 177 recto-a) del codice, databile intorno al 1517, scopriremo gli ingredienti.
Che per tua comodità riporto qui.
Ecco le indicazioni che arrivano direttamente dalle mani di Leonardo:
Ingredienti:
- 1 litro di acqua di sorgente profonda e gradevole al gusto;
- 2 limoni non trattati e non toccati dagli insetti;
- 4 cucchiai di zucchero estratto dalle barbabietole;
- Petali di rosa essiccati (circa 4 cucchiai);
- 200 ml di alcool a 95 gradi.
Preparazione:
- Versare l’acqua in una brocca e aggiungere il succo dei limoni.
- Aggiungere lo zucchero, i petali di rosa essiccati e l’alcool.
- Mescolare bene, fino a quando lo zucchero non sarà completamente sciolto.
- Coprire la brocca e lasciare riposare il liquore per almeno 3 ore, meglio al fresco ed al buio.
- Travasare il liquore dalla brocca ad una bottiglia, aiutandosi con un imbuto. Secondo le indicazioni dello stesso Leonardo, in questa fase sarà necessario filtrare il liquido servendosi di una garza.
- Servire il drink fresco!

Alcune piccole curiosità
Una versione molto simile della bevanda – ma senza alcool – é nota come Giulebbe e viene utilizzata sul podio dei Gran Premi del Bahrain e di Abu Dhabi al posto dello Champagne.
Durante la permanenza a Milano ed al suo lavoro come responsabile di cerimonie e banchetti alla corte degli Sforza, Leonardo ha analizzato le abitudini dei suoi contemporanei a tavola, lasciandone traccia nei suoi appunti raccolti all’interno del Codice Atlantico.
Il contenuto dei suoi appunti è a dir poco incredibile: oltre a dedicarsi al cibo e alle bevande, l’occupazione principale di Da Vinci era trasmettere le buone maniere a tavola, così da educare gli ospiti al bon ton.
In pratica Leonardo ha imposto l’utilizzo del tovagliolo (fino a quel momento inesistente) sostenendo anche la buona abitudine di lavarsi le mani prima di iniziare il pasto utilizzando l’acqua aromatizzata alle rose, con i suoi sentori profumati estremamente eleganti.

L’ultima curiosità – ma non per importanza – riguarda invece una probabilità. È possibile che la suprema intelligenza di Leonardo lo avrebbe spinto a consigliare la scelta dei purificatori domestici ad osmosi inversa per ottenere un’acqua purificata e decontaminata?
È facile crederlo, perché è nota l’attenzione smisurata di Leonardo verso il benessere…
…e ad una mente così brillante non può certo essere sfuggita l’antica massima “Mens sana in corpore sano“.
Certo, magari il genio fiorentino avrebbe fondato una società tutta sua, rifiutando una nostra eventuale proposta di collaborazione…
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