Ricordi quando da piccolo giocavi nel tuo quartiere con gli amici e correvi a bere acqua nella fontanella più vicina disponibile?
Sicuramente non avevi il bicchiere di plastica a portata di mano… Ma bere in quel modo era la cosa più naturale e divertente del mondo. Qualche anno di distanza e, nel frattempo, di bicchieri di plastica da smaltire ne sono arrivati fin troppi.
Con il passare del tempo, infatti, le nostre abitudini hanno fortificato la comodità di avere tutto a portata di mano, alimentando il tabù di bere acqua dal rubinetto.
Immaginiamo una giornata standard di una famiglia: utilizziamo l’acqua per la doccia, per lavarci i denti, per lavare i piatti, per la cura dei nostri bambini, per i nostri amici a quattro zampe, per la cura della nostra casa, dei nostri indumenti e addirittura per cucinare. Tuttavia, si nutrono delle forti perplessità nel bere acqua dal rubinetto.
Queste perplessità si ripercuotono nei dati del consumo di acqua in bottiglia di plastica, dove l’Italia si aggiudica il primato in Europa con ben 200 litri di consumo (contro i 118 della media Europea). E a livello globale… la situazione è migliore? Assolutamente no, perché rientriamo nel podio dei primi posti anche in questo caso.
Stesso discorso per il consumo di acqua potabile, dove ricopriamo il secondo posto: due volte in più della media Europea per spreco della stessa. Analizzando questi dati, che rappresentano un campanello d’allarme, sarebbe bene riflettere sulle nostre abitudini e su cosa potremmo fare per migliorare la situazione. In questo articolo vedremo cinque validi motivi per sensibilizzare sempre più persone sul tema dell’acqua e cambiare il modo di consumare il bene più prezioso del mondo.
Dopo questa lettura, analizzando punto per punto, capiremo quali sono le problematiche legate al consumo dell’acqua e cosa può fare ognuno di noi per migliorare la situazione, trovando una rapida e sicura soluzione.
1. AMBIENTE E INQUINAMENTO
Come abbiamo accennato in precedenza, in Italia stiamo riscontrando un grosso problema che riguarda il consumo dell’acqua in bottiglie di plastica. Si stima che ben 9 italiani su 10 consumano acqua in bottiglie di plastica. Secondo Plastic Europe, nel 2019 in Europa sono state prodotte 58 milioni di tonnellate di plastica, ovvero un valore pari al 16% della produzione globale. Nonostante questo, la produzione di plastica sta subendo un calo: infatti, nel 2020 (e per la prima volta dal 2008) la produzione globale di plastica è diminuita. 367 milioni di tonnellate rispetto alle 368 milioni di tonnellate registrate nel 2019.
Questo perché negli ultimi anni la produzione di plastica è diventato un argomento centrale di dibattito per la tutela dell’ambiente a livello globale. La plastica soffoca il pianeta attraverso il rilascio di sostanze chimiche nocive in grado di penetrare in profondità nella terra e nelle falde acquifere. Così si creano danni irreversibili, sia all’ambiente che agli esseri viventi. Purtroppo, in barba ad ogni decreto, sono ancora tante le multinazionali che continuano a produrre plastica (soprattutto per gli imballaggi) e che riscontrano una forte difficoltà nel riciclo. La quasi totalità di questi prodotti rientra negli usa e getta o monouso per il confezionamento di quegli articoli che arriveranno dritti nelle nostre case. Uno spreco senza senso che toglie la vita a tantissimi animali, soprattutto quelli acquatici.
Ma a quanto pare l’egoismo del profitto non frena la consapevolezza dei danni provocati da questi prodotti, tanto da continuare ad inondare il mercato con ingenti volumi di plastica. Una bottiglia di plastica, ad esempio, rimane intrappolata nell’ambiente per centinaia di anni, provocando danni terrificanti. Nel 2021 è entrata in vigore la direttiva Europea sulla plastica monouso che vieta oggetti come posate, cannucce e piatti: è un primo passo avanti, ma non risolve il problema principale: LE BOTTIGLIE DI PLASTICA.
E allora cosa potremmo fare per migliorare la situazione? Come accennato in precedenza, già da qualche tempo il mondo intero si sta muovendo per realizzare diverse iniziative. Iniziative destinate a creare un’economia circolare della plastica, basata sulla sensibilizzazione da parte di tutti i soggetti coinvolti in questa catena di produzione e consumo, che devono allinearsi sull’obiettivo comune di riduzione dei consumi e sul riciclo. Ognuno di noi può fare la differenza. Sarai d’accordo con me: il consumo della plastica è in gran parte in mano alla nostra coscienza. Con questo non voglio dire che la produzione di plastica dipende dal singolo cittadino. Tuttavia, nella vita di tutti i giorni, potremmo introdurre una serie di azioni che porterebbero – quasi sicuramente – ad un cambiamento radicale. Abbatteremmo, insieme, il consumo della plastica. Nel nome di un pianeta più vivibile.
2. ACQUA PURA DAL RUBINETTO
Una delle azioni più significative che potremmo mettere in atto è sicuramente quello di limitare l’utilizzo dell’acqua in bottiglie di plastica. Per fare ciò, sarebbe opportuno sfatare una serie di credenze popolari, prive di alcuna base scientifica, colpevoli di limitare l’utilizzo dell’acqua del rubinetto come alleata del nostro benessere. La domanda che avvolge il cervello di molte persone è questa: “L’acqua del rubinetto è sicura”? Come spesso succede, l’unica risposta possibile è “dipende”. Pensate che l’Italia è al 7° posto in Europa per l’elevata qualità dell’acqua potabile. L’acqua viene prelevata da fonti sotterranee protette e viene purificata con impianti idrici di alto livello. Quindi, alla fonte, l’acqua è sicura. Il percorso potrebbe rappresentare però un campo minato, a causa dell’inadeguata manutenzione delle condotte. Quindi potrebbe sgorgare contaminata. Problema, questo, risolvibile con una delle nostre tecnologie.
Un altro mito da sfatare riguarda l’idea bizzarra che l’acqua del rubinetto faccia nascere i calcoli renali, per via della sua durezza. Anche qui siamo in assenza di correlazioni scientifiche, come confermato dall’Associazione Italiana Urologi. L’Istituto Superiore di Sanità, in tal senso, rassicura sull’utilizzo dell’acqua potabile, dichiarando che le acque distribuite in Italia sono di qualità adeguata al consumo umano.
3. SMETTERE DI BERE DALLE BOTTIGLIE DI PLASTICA
A questo punto vi starete chiedendo se bere l’acqua in bottiglia di plastica sia così sicuro, visto che si tende ad avere una fiducia smisurata in questa soluzione. L’unica raccomandazione è, da sempre, quella di non esporre per lungo tempo le bottiglie dell’acqua alla luce del sole o a temperature elevate. Riflettendoci, la pericolosità di questo processo si verifica soprattutto in mare, quando le materie plastiche esposte a temperature elevate per lungo tempo si trasformano in particelle inferiori al mezzo centimetro, chiamate micro-plastiche, che riescono a diffondersi velocemente diventando frammenti sempre più piccoli. Così arrivano nelle falde acquifere, infiltrandosi persino nell’acqua potabile e creando danni enormi all’ambiente.
4. RISPARMIO IN DENARO
I paradossi di questi eccessivi consumi si ripercuotono nelle spese: in media una famiglia consuma 150 euro di acqua in bottiglia all’anno. Ognuno di noi, in questo momento, può scegliere di fornire un contributo reale nella lotta alla riduzione degli sprechi. Anche perché i costi dell’erogazione dal rubinetto sono di gran lunga inferiori.
5. IMPIANTO IDRICO INADEGUATO
In conclusione, analizzando la situazione da varie prospettive, il punto si focalizza sull’urgenza di prendere una posizione netta per diminuire gli sprechi e il consumo di plastica. Sembrerebbe che una delle ragioni principali di tanta diffidenza verso l’acqua del rubinetto, e la conseguente virata verso i contenitori inquinanti e contaminanti, siano le condizioni delle tubature idriche della rete nazionale, definite fatiscenti e deteriorate. In realtà il Ministero della Salute ha dei parametri di potabilità delle acque molto stringenti. La normativa italiana si basa su conoscenze scientifiche e tiene conto del principio di precauzione: questo per garantire che le acque si possano consumare in condizioni di sicurezza. La raccomandazione, a questo proposito, è che sarebbe meglio adottare un sistema di filtrazione domestico. Questo eviterebbe alcune seccature e permetterebbe di avere un acqua pura e sana sempre disponibile senza uscire di casa.
Nell’articolo che hai appena letto ci sono semplici idee che puoi prendere in prestito. Inoltre ti ho evidenziato i 5 motivi scientificamente validati per motivarti all’abbandono della plastica inquinante. Ma qualora regnasse ancora lo scetticismo intorno ad un investimento così amorevole per te e per i tuoi cari, ti informo che fino al 31 dicembre 2022 è possibile usufruire del “Bonus Nazionale Acqua Potabile 2021”. Questo bonus permette di scontare del 50% l’acquisto di un impianto di depurazione dell’acqua.
Come vedi hai tante possibilità per agire senza scuse: spetta a te cambiare in meglio le tue abitudini e contribuire attivamente a salvare il pianeta.
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