L’inquinamento dell’acqua è uno degli ostacoli più gravi e grandi per lo sviluppo della civiltà.
Parte del mondo non ha accesso all’acqua potabile e questo fattore diventa un’incessante fonte di malattie e deprivazioni. Ma cosa succede quando, oltre ad essere inquinata l’acqua in supericie, lo è anche la cosiddetta acqua invisibile?
Possiamo parlare di risorse idriche e acque sotterranee basandoci sul Rapporto mondiale delle Nazioni Unite del 2022 sull’acqua. Il testo completo (raggiungibile cliccando sul link), titola “Acque sotterranee: rendere visibile la risorsa invisibile”.

Le falde acquifere, se inquinate, diventano impossibili da utilizzare come bacini idrici di potenziale acqua potabile. Questo perché l’acqua sotterranea, quando inquinata, impatta negativamente sulla biodiversità degli ecosistemi di superficie. E stando all’analisi dell’inquinamento delle falde sotterranee sembrerebbe ormai arrivato il classico punto di non ritorno. Il processo sarebbe irreversibile vista la quasi impossibilità di sanificazione dell’acqua ipogea. L’accento è posto sulle responsabilità a firma, ancora una volta, dell’uomo. Il rapporto sottolinea infatti quanto numerose siano le fonti di inquinamento “antropogenico” (cioè di origine umana). Le tecniche agricole industriali sono spesso a capo di questo genere di inquinamento.
Il fattore determinante è l’uso massiccio di pesticidi e nitrati che, una volta cosparsi sui terreni, diventano capaci di raggiungere notevoli profondità. Si legge nel testo: “Per poter soddisfare la domanda globale di acqua e di prodotti agricoli da qui al 2050, tenendo conto di un incremento della domanda di alimenti, mangimi e bio-combustibili”.

Stando ai dati riportati dallo studio, le stime evidenziano che a livello globale – ogni anno – utilizziamo 264 chilometri cubi di acque superficiali e sotterranee per la produzione di foraggio per il bestiame.
La percentuale sarebbe “pari a circa un quinto del totale dell’acqua consumata dall’agricoltura e a meno di un terzo dell’acqua utilizzata per le colture alimentari” (Heinke et al., 2020). Il minimo comune denominatore delle crisi odierne è infatti l’impatto sul pianeta delle attività produttive umane, attuate nella più totale indifferenza verso l’ambiente.

Come se non bastasse, un altro fattore sta assumendo dimensioni preoccupanti: le particelle di gomma rilasciate sull’asfalto dagli pneumatici. A causa delle sostanze addizionate alle gomme per aumentarne le prestazioni (come il 6PPD),
le particelle reagiscono con gli agenti atmosferici (in primo luogo con l’ozono) dando origine a un composto tossico per molti pesci, chiamato 6PPD-chinone. Quando piove, il 6PPD-chinone viene dilavato dalle strade finendo nei corsi d’acqua, dove causa intossicazioni e moria di pesci.
Ecco svelato il misterioso fenomeno alla base di diversi episodi di questo tipo verificatisi sulla costa occidentale degli Stati Uniti e che hanno coinvolto anche specie ittiche di elevato valore commerciale come i salmoni argentati. Uno studio pubblicato il 2 marzo su Environmental Science & Technology Letters aggiunge ora altre due specie alla lista degli animali sensibili a questo composto tossico: la trota iridea o salmonata (Oncorhynchus mykiss) e il salmerino di fonte (Salvelinus fontinalis).

Un altro studio dedicato alle sostanze pericolose che finiscono nei fiumi e nei pesci è stato pubblicato a metà febbraio su Pnas. In questa ricerca gli autori valutano la presenza di residui di farmaci in oltre mille campioni provenienti da 258 fiumi delle più diverse latitudini, dall’Amazzonia al Tevere, in 104 paesi, corrispondenti a una popolazione complessiva di oltre 470 milioni di persone.
I tre farmaci più diffusi sono la carbamazepina, un anti-epilettico, la metformina, un anti-diabetico, e la caffeina, rilevati in oltre la metà dei siti monitorati.
In generale si sono trovate concentrazioni tali da minacciare l’ambiente e la salute umana (per esempio per lo sviluppo di ceppi batterici resistenti agli antibiotici) in oltre un quarto dei campioni.
Questo significa che, a prescindere dai sistemi di depurazione delle acque che possono renderle potabili per l’uomo, i pesci e gli altri organismi che vivono in questi fiumi assorbono una grande quantità di farmaci il cui effetto su di loro e su chi li mangia è in gran parte sconosciuto.

Quest’ulteriore indagine sulle acque invisibili dimostra quanto sia necessaria una maggiore educazione sull’utilizzo dell’acqua e sul come si sviluppa l’intera filiera, dato che risulta cosa poco nota e questo porta ad inutili sprechi ed errati utilizzi di una risorsa finita.
Ecco perché abbiamo progettato un’intera linea di tecnologie dedicate agli impianti di purificazione dell’acqua domestica.

Un impianto di purificazione domestica dell’acqua annulla l’eventuale presenza di residui di calcare e di cloro, presenze che spesso (a causa del sapore terribile) creano un immediato rifiuto nella mente del consumatore. Con il purificatore domestico ad osmosi inversa, oltre a migliorare e proteggere la tua salute, potrai dire addio per sempre all’acqua nelle bottiglie di plastica e a tutti i rischi legati alla possibile presenza di sostanze inquinanti come metalli pesanti, nitrati, bario, ecc.
Ma non è tutto: per agevolare la scelta, c’è una speciale offerta per chiunque sia interessato ad ottenere acqua pura e decontaminata direttamente dal rubinetto di casa. È sufficiente cliccare qui: www.aquamea.it

Se vuoi spazzare via i problemi legati all’eventuale presenza di pesticidi nell’acqua e supporti anche tu l’idea di un mondo migliore, più sano e vivibile per le generazioni future, allora le tecnologie Aquamea (che erogano acqua buona, leggera e decontaminata) sono davvero perfette per te.
Non devi far altro che cliccare www.aquamea.it e compilare il form per ottenere una prima consulenza gratuita. Da quel momento in poi sarai sempre libero/a di decidere. La scelta è tua e soltanto tua.
