Plastica, ore contate: finalmente l’accordo storico per bloccarne l’opera devastatrice

All’assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEA-5) sono state – finalmente – gettate le basi per combattere realmente, a livello globale, l’inquinamento da plastica.

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Una risoluzione storica ed attesa così a lungo che molti delegati dopo l’approvazione si sono abbandonati a pianti liberatori come raramente se ne vedono nei palazzi istituzionali perché questo accordo diventa giuridicamente vincolante per tutti a partire dal prossimo anno. La risoluzione, intitolata End Plastic Pollution: Towards an International legally binding instrument pone l’attenzione sull’intero ciclo di vita della plastica (produzione, progettazione, smaltimento) e ottiene un piano in cui esista una cooperazione internazionale sempre maggiore.

Una risoluzione necessaria, visto l’esponenziale aumento della produzione di plastica: nel 1950 ne venivano prodotte circa 2 milioni di tonnellate, nel 2017 siamo arrivati a 348 milioni di tonnellate.

Di pari passo viaggiano i rifiuti di plastica negli oceani, che già arrivano a circa 11 milioni di tonnellate ogni anno. Con un provvedimento che abbia a cuore l’ambiente, questi dati tanto spaventosi potrebbero diminuire fino all’80% entro il 2040.

Le emissioni di gas serra associate alla produzione, all’uso e allo smaltimento della plastica rappresenterebbero – ai ritmi odierni e in una situazione fuori controllo – il 15% delle emissioni consentite entro il 2050 (il famoso limite di 1,5 gradi centigradi). Grazie a questa risoluzione potranno invece ridursi del 25%, a patto che le scelte prese all’UNEA-5 saranno davvero rispettate e applicate.

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Un passaggio particolare

Il ministro per il clima e l’ambiente norvegese Espen Barth Eide – Presidente dell’Assemblea – ha equiparato l’inquinamento della plastica ad un’epidemia che si può combattere solamente mettendo in pratica ciò che l’Assemblea stessa ha deciso nel corso di questo storico incontro. “É il trionfo del pianeta Terra sulla plastica monouso”, ha detto il Direttore Esecutivo dell’UNEP (il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) Inger Andersen, “una polizza assicurativa per questa generazione e per quelle future”.

Nel corso dei prossimi due anni spetterà all’Intergovernmental Negotiating Committee redarre il documento, uno “strumento giuridicamente vincolante” con cui

  • facilitare l’accesso alla tecnologia da parte di tutti i Paesi in una forma di collaborazione internazionale;
  • rivedere e rivoluzionare l’intero ciclo di vita della plastica.

Al termine del processo partecipato, l’UNEP convocherà una nuova assemblea per la ratifica finale da parte di tutti i Paesi aderenti.

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World Today News

Per la vice segretaria generale dell’Assemblea, Amina Mohammed, la crisi climatica va affrontata partendo dalla protezione dell’ecosistema: se questo funziona, allora si potranno raggiungere gli obiettivi prefissati a Parigi.

È una delle azioni ambientali più ambiziose al mondo dal Protocollo di Montreal del 1989, che ha portato all’eliminazione delle sostanze che riducono lo strato di ozono atmosferico. La risoluzione adottata dalle Nazioni Unite delinea lo sviluppo di un Trattato solido che prevede regole e obblighi globali per tutto il ciclo di vita della plastica, responsabilizzando le nazioni, le aziende e la società nell’eliminazione dell’inquinamento di plastica dai nostri ambienti.

Il WWFaccoglie con favore questa decisione ed esorta i governi di tutto il mondo a cogliere questo potente slancio per l’eliminazione dell’inquinamento da plastica e ad agire in maniera altrettanto forte e decisa nel recepimento dell’intero contenuto del Trattato entro il 2024”.

Il WWFsi impegna a sostenere nei prossimi due anni il lavoro del Comitato Intergovernativo di Negoziazione dell’UNEA nel finalizzare gli importanti dettagli di questo storico Trattato”.

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Secondo il WWF “i leader mondiali devono ora mostrare ancora più determinazione nello sviluppo e nell’attuazione di un Trattato che affronti la nostra attuale crisi da inquinamento da plastica e consenta un’efficace transizione verso un’economia circolare della plastica. Ciò richiede standard e obiettivi globali chiari e forti che creeino condizioni capaci di incentivare le nazioni a rispettare regole e regolamenti comuni, penalizzando allo stesso tempo prodotti e pratiche dannose”. Ma qual è il problema principale legato alle plastiche negli oceani, nei terreni e nell’aria? Alla radice del problema troviamo l’azione idrofoba: le plastiche si disciolgono in acqua – trasformandosi in micro-plastiche e nano-plastiche – e non vengono intaccate dall’acqua. Anzi, al contrario: riescono ad assorbire una grande varietà di sostanze dannose.

Le nanoplastiche – come le microplastiche – rappresentano delle piccole “bombe ad orologeria” che, a seguito di un gesto apparentemente innocuo come bere un bicchiere d’acqua, possono creare problemi a persone di ogni sesso ed età. Infatti, con la stessa facilità con cui si depositano al suolo, queste sostanze indesiderate finiscono negli acquedotti e di conseguenza, resistendo all’azione sanificante del cloro, dentro le abitazioni.

L’unico modo per essere totalmente sicuri di avere un’acqua decontaminata al 100% è quello di ricorrere a depuratori domestici che filtrano le sostanze indesiderate in maniera efficace attraverso il processo dell’osmosi inversa.

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La tecnologia ad osmosi inversa può eliminare la presenza di nanoplastiche grazie a dei speciali filtri che trattengono impurità più piccole di 0,001 micron. Così, oltre a proteggere la tua salute, potrai dire addio per sempre all’acqua nelle bottiglie di plastica.

E in definitiva risparmierai… perché l’acqua del rubinetto è pressoché infinita e non dovrai mai più preoccuparti dell’approvvigionamento.

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