Pesticidi nel settore agricolo: quali rischi per salute umana e ambiente?

Secondo il Codacons questo 2022 dovrà essere un vero e proprio anno di svolta riguardo l’utilizzo dei pesticidi nel settore agricolo italiano ed europeo.

Sono almeno 2 gli argomenti fondamentali che dovranno essere affrontati: il settore agricolo e il suo inquinamento atmosferico (10% delle emissioni di gas serra sono prodotte da questo settore) e l’utilizzo intensivo di pesticidi – potenzialmente molto pericolosi per la salute umana.

Sul banco degli imputati c’è lui: il noto glifosato, ingrediente attivo di moltissimi pesticidi, che negli Stati Uniti conta oltre 30mila cause legali portate avanti da agricoltori che hanno sviluppato malattie e condizioni croniche all’indomani di un utilizzo prolungato di questa sostanza.

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La Commissione Europea nel 2017 aveva concesso un’approvazione quinquennale per l’utilizzo del glifosato che scadrà il 15 dicembre 2022. A quel punto l’Efsa, l’agenzia europea per la sicurezza del cibo, dovrà emettere il suo verdetto sul possibile rinnovo basandosi sul dossier scientifico presentato dal Glyphosate renewal group (Grg), un’alleanza di aziende che mira a mantenere il glifosato sul mercato.

Mentre la politica continua a discutere molte persone si ammalano, muoiono e chi riesce intenta cause contro chi utilizza in via estensiva queste sostanze – afferma il Presidente Nazionale del Codacons, Marco Donzelli – la situazione è seria e necessita di essere affrontata con rapidità e decisione. Il Ministero della Salute deve intervenire in via cautelare, tutelando in primo luogo la salute umana, mettendo al bando tutte le sostanze che si ritiene possano, anche solo potenzialmente, provocare malattie o condizioni croniche a chi vi viene in contatto. Sollecitiamo il Ministero a farsi carico di questa vicenda e intervenire“.

Glifosato sul banco degli imputati: solo negli USA sono oltre 30 mila le cause legali relative all’utilizzo della sostanza correlata a malattie e condizioni Codacons chiede al Ministero dell’ambiente deciso cambio di rotta per tutelare la salute umana.

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In Europa è la Francia il paese che ricorre più massicciamente al glifosato, il discusso diserbante considerato come probabile cancerogeno (gruppo 2A) dall’agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro (Iarc). Quindi la domanda è lecita: questa sostanza è presente (e quanto) nel corpo dei francesi? Non a caso se lo sono chiesti anche i ricercatori di diversi centri, tra i quali l’Università di Mayotte e l’Inserm di Marsiglia, che hanno condotto uno studio di grandi dimensioni e sono giunti ad una conclusione che non stupisce. Come confermano altri studi analoghi, i risultati sono inquietanti: quasi il 100% dei cittadini ha livelli allarmanti di glifosato nelle urine.

L’indagine è stata condotta analizzando quasi 6.800 persone dell’età media di 53 anni, i cui campioni sono stati raccolti per due anni, in 63 distretti di tutto il territorio della Francia metropolitana. I partecipanti appartenevano a entrambi i sessi, avevano un peso normale nel 67% dei casi (ma erano presenti anche soggetti sottopeso e altri sovrappeso o obesi), e di tutti sono stati raccolti anche dati relativi ad abitudini quali il fumo, il tipo di acqua (dove può essere presente il glifosato, che è idrosolubile), l’attività lavorativa, la zona di residenza (più o meno agricola), il consumo di alimenti biologici e altro, al fine di stabilire anche altre eventuali associazioni.

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Come riportato su Environmental Science and Pollution Research alla fine, dopo aver introdotto tutti i fattori correttivi del caso, il risultato è stato che il 99,8% dei francesi ha glifosato nelle urine, in concentrazioni medie pari a 1,19 nanogrammi per millilitro.

I soggetti con concentrazioni più elevate sono gli uomini e, dato preoccupante, i bambini con meno di 15 anni (probabilmente a causa del maggior consumo di cereali, sottolineano gli autori).

Analogamente, emerge una differenza in base al tipo di acqua bevuta: quando è quella del rubinetto o quella in bottiglia i livelli di glifosato sono più alti rispetto a quando è filtrata. Ad ogni modo evitare di assumere glifosato è di fatto impossibile, data la sua onnipresenza e le sue caratteristiche chimico-fisiche.

Questi risultati, concludono i ricercatori francesi, confermano comunque quelli già ottenuti in Portogallo, Danimarca, Germania e Stati Uniti, e lasciano aperti molti interrogativi sulle scelte fatte dall’Europa, che di recente, nel 2020, attraverso la Pac (Politica agricola comune), ha deciso di continuare a permettere l’impiego di glifosato nonostante le numerose dichiarazioni sulla svolta verde da perseguire a livello comunitario e nonostante siano evidenti i danni causati dai pesticidi come il glifosato per la salute umana. Oltretutto, concludono, in base a uno studio del 2021 solo l’1% del glifosato è espulso con le urine. Significa che nell’organismo dei francesi, come in quello di buona parte dei cittadini del mondo intero, le concentrazioni sarebbero molto più elevate.

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