Era la prima metà del 1700 quando lo scienziato William Brownrigg riuscì a catturare artificialmente delle particelle di diossido di carbonio (CO2) nell’acqua in quantità tale da definirla effervescente. E appena una ventina di anni dopo, con il contributo dell’ingegnoso studio di Joseph Priestley, si crea il primo metodo ufficiale per gassare l’acqua.

Lo studio di Priestley parte dagli alcolici: sospende un contenitore d’acqua sopra ad un barile di birra e si accorge che la CO2 liberata dal barile rimane in realtà intrappolata nell’acqua. L’acqua, a sua volta, rilascia la CO2 sotto forma di leggere bollicine, diventando gassata.
Priestley studia a lungo questo fenomeno e il modo attraverso il quale renderlo il più efficace possibile, fino ad arrivare a pubblicarne i risultati nel 1772. Il suo metodo consiste nell’iniziare una reazione chimica tra acido solforico e gesso: uno dei risultati è proprio l’anidride carbonica, che Priestley utilizza per carbonizzare l’acqua.

La vera rivoluzione arrivò però nel 1781: l’inglese Thomas Henry fonda a Manchester la prima azienda specializzata nella produzione di acqua frizzante. Grazie al metodo Priestley, con i dovuti aggiustamenti, produce un’acqua gassata di massa. Da quel momento comincia a tutti gli effetti la distribuzione al grande pubblico.
Nel 1783 J. J. Schweppe sviluppa ulteriormente il processo industriale della carbonizzazione dell’acqua fondando la Schweppes, a Ginevra. Schweppes è l’acqua tonica ancora oggi prodotta e venduta in tutto il mondo.

Inutile negarlo: la produzione dell’acqua frizzante o gassata ha garantito una presenza fissa nella quotidianità di moltissime famiglie in tutto il mondo. E potrebbe sembrare che, al pari della naturale, svetti sulle nostre tavole da tempo immemore.
A volte, però, le apparenze ingannano… e questa bevanda ha origini meno antiche di quanto siamo portati a credere.
Se vi siete mai chiesti perché certe bevande abbiano le bollicine e altre no, la risposta è nascosta nel risultato di un processo attraverso il quale un liquido cattura CO2 (anche conosciuto come anidride carbonica): è proprio questo gas che forma le bolle, sale in superficie e si libera nell’atmosfera.
Questo processo, nella maggior parte dei casi, avviene artificialmente. Tuttavia può accadere che l’acqua nel sottosuolo, prima di raggiungere la sorgente, raccolga un quantitativo sufficiente di CO2 da ottenere una vera e propria effervescenza naturale.
Il problema è che non sempre il sottosuolo è un posto sicuro. Inoltre, l’imbottigliamento con la plastica porta l’acqua a diventare poco salutare con il passare del tempo.
La carbonizzazione dell’acqua ha subito dei notevoli cambiamenti, in particolare con le nuove scoperte in campo tecnologico che rendono ormai semplice e sicuro questo processo. Scoperte così innovative da offrirti la possibilità di ottenere acqua fresca e frizzante direttamente dal rubinetto di casa.
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La trasformazione da acqua di rete ad acqua fresca, frizzante e decontaminata assomiglia – in parte – al lavoro degli antichi innovatori. Anche per queste tecnologie esiste una forte componente scientifica.

Il processo ad osmosi inversa, infatti, è l’unico che elimina l’eventuale presenza di residui di calcare e di cloro oltre a metalli pesanti e sostanze indesiderate. Così, oltre a migliorare e proteggere la tua salute, potrai dire addio per sempre all’acqua delle bottiglie di plastica perché l’acqua del rubinetto è infinita e non dovrai mai più preoccuparti dell’approvvigionamento.
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