Arriva una nuova “presunta rivoluzione” nel campo dell’architettura sostenibile. Sembrerebbe infatti che alcuni tipi di edifici possano catturare la pioggia, recuperando l’acqua piovana e trasformandola in acqua potabile.
È comprensibile: in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo tutti, l’ingegno umano è costretto a far fronte alla risoluzione di molteplici problemi.
E tra questi, i cambiamenti climatici sono sicuramente fra i principali.

Questo perché, oltre al surriscaldamento Terrestre, la prolungata siccità e la crisi idrica colpiscono con forza i diversi settori e la vita quotidiana dei cittadini.
Per far fronte alla crisi idrica nasce l’idea di una nuova architettura sostenibile, cioè la costruzione di edifici in grado di catturare l’acqua piovana e recuperarla per le faccende quotidiane.
Queste costruzioni dovrebbero immagazzinare l’acqua in cisterne e poi rimetterla in circolo all’occorrenza, producendo un ipotetico risparmio vicino al 50%.
Questa soluzione dovrebbe rivelarsi essenziale nel recupero dell’acqua, specialmente durante l’estate.
È indubbio che l’estate 2022 è stata caratterizzata da una lunghissima siccità, anche se il fenomeno potrebbe ripetersi negli anni futuri a causa delle trasformazioni climatiche.

Questi impianti di recupero idrico sono in fase di progettazione e sono collegati direttamente con i tetti e con le grondaie. Secondo i dati disponibili sul mercato, un singolo edificio potrebbe raccogliere circa 15 mila litri di acqua piovana.
Acqua che potrà essere destinata alle pulizie domestiche o per l’irrigazione dei giardini interni dei cortili, come per lo scarico del wc.
Tuttavia, spacciarla come “acqua potabile” rischia di creare un grande fraintendimento e di esporre a giganteschi rischi i consumatori.
Ma prima di analizzare nel dettaglio i rischi che deriverebbero dall’uso diretto dell’acqua piovana per te e per i tuoi cari, è doveroso sottolineare i pochi vantaggi legati alla modalità di trasformazione.
È quasi certo che l’acqua piovana non contiene né calcare né cloro.
Ma l’acqua piovana non è potabile.
Questo perché le fonti dei contaminanti presenti sono:
• sostanze presenti in atmosfera e che verranno raccolte dall’acqua (fenomeno delle “piogge acide”);
• sostanze rilasciate dai materiali che compongono i sistemi di raccolta e di stoccaggio delle acque;
• sostanze presenti sulle coperture e sulle superfici destinate alla raccolta della pioggia (foglie, fango);
• parassiti, batteri e virus derivati dalle escrezioni di uccelli ed animali che hanno accesso alla copertura dei tetti e alle superfici di raccolta.
Quindi ben venga la raccolta dell’acqua piovana, ma a patto che si escluda la parola potabile.

Chiarito questo primo aspetto fondamentale, è necessario far luce su un altro punto vittima di profonda mistificazione e distorsione.
Il motivo è piuttosto semplice: circolano svariate notizie tendenziose e incomplete riguardo la filtrazione dell’acqua. Anche di quella piovana.
Alcuni loschi figuri, di fatto, vorrebbero condizionare le persone a suon di informazioni inadeguate.
Spesso indossano il camice e – come minimo – hanno un conflitto di interessi nemmeno tanto velato.
Infatti sono tra i pochi ad affermare che l’acqua, una volta filtrata, non sia più potabile e adatta all’uso umano. Così ti suggeriscono di continuare ad esporre la tua salute a tutte le porcherie chimiche e alle microplastiche sempre più presenti nelle confezioni di plastica…
… Fregandosene di quanto appena accaduto in Francia e in Svezia. Anzi, forse lo fanno mentre intascano laute e ghiotte ricompense dai grandi gruppi multinazionali dell’acqua commerciale.
Fortunatamente per te (e purtroppo per loro) non c’è niente di più falso.
“La purificazione dell’acqua può metterla in sicurezza da agenti inquinanti e sostanze dannose, ma non risolve l’assenza di sali minerali”, dicono. Ma ovviamente non sanno di cosa parlano.
Le tecnologie di purificazione Aquamea, per l’appunto, godono di uno speciale filtro che ha il compito di rimineralizzare l’acqua. Addirittura è possibile tarare il quantitativo di sali minerali a proprio piacimento. Altro che inadatta al consumo umano…
La verità è che il nostro team ha impiegato molto tempo, fatica, energia e lavoro per testare i dispositivi e assicurarsi che anche persone “non tecniche” potessero usarli con assoluta tranquillità…
Inoltre, starai sempre a debita distanza dal rischio di ritrovarti con una fonte di acqua in plastica o vetro “venduta come potabile” intrisa di piombo, fluoro o altre sostanze cancerogene come l’amianto…
Ed è sufficiente un’analisi chimica e batteriologica della tua acqua per renderti conto dell’avarizia e malvagità di chi illude senza pietà tutte quelle persone che cercano soltanto di vivere meglio.

La buona notizia è che nessuno é obbligato a pagare a vita per essere schiavo delle confezioni d’acqua e dell’esposizione ai pericoli… … Perché oggi, con le tecnologie Aquamea che filtrano per davvero l’acqua del tuo rubinetto, rendendola limpida e cristallina come quella di un ruscello di montagna, potrai risparmiare il tuo tempo prezioso ed i tuoi soldi, spendendoli per cose molto più importanti!
Sarai finalmente libero e indipendente…
E avrai tutto il diritto di unirti a noi nella lotta per riprendere la piena libertà nella scelta consapevole dell’acqua.
In meno di 48 ore aprirai il tuo rubinetto di casa e sfrutterai al 100% l’acqua di rete che già paghi… Esattamente come hanno fatto Fabio ed altre migliaia di famiglie: sono tutte partite da un semplice clic.

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