Una nuova legge in Spagna obbliga bar e ristorante a ricordare ai clienti che l’acqua in bottiglia non è l’unica opzione. Nel Paese iberico, infatti, entrerà in vigore da inizio 2023 una norma che mira a ridurre il consumo di plastica monouso. Quindi, l’acqua del rubinetto nei menù dei locali farà finalmente la sua sacrosanta apparizione. Questo aspetto riporta al centro dell’attenzione una questione che tocca da vicino anche l’Italia.

Per i gestori di bar e ristoranti spagnoli sarà obbligatorio offrire ai clienti la possibilità di consumare acqua del rubinetto al posto di quella in bottiglia. Il provvedimento è parte della “Legge sui rifiuti e sui suoli contaminati per un’economia circolare”.
Anche la vendita di prodotti cosmetici contenenti microplastiche sarà limitata e lo smaltimento dei prodotti difficilmente riciclabili, come i rifiuti tessili, verrà maggiormente controllato. Saranno, poi, introdotte tasse ad hoc sui contenitori monouso e sui rifiuti depositati in discarica. Con le nuove regole, approvate ad Aprile, il Paese mira a ridurre sprechi e rifiuti del 15% entro il 2030.

In Spagna si producono oggi 455 kg di rifiuti pro-capite, ma di questi appena 86 kg vengono riciclati. Il triste risultato é che la Nazione risulta il maggiore produttore europeo di bottiglie di plastica. Non sorprende, allora, il fatto che l’acqua del rubinetto venga sconsigliata ai cittadini.
Il settore altamente inquinante dell’acqua in bottiglia vale 280 miliardi di euro. E non è facile rinunciare a simili incassi…

Alcuni Paesi europei, come il Lussemburgo, si stanno muovendo nella stessa direzione della Spagna.
Altri, come la Francia, offrono già la possibilità di ottenere un’alternativa all’acqua imbottigliata. Ma é in Italia che si registra la situazione peggiore. I cittadini italiani annoverano un triste primato in tema di acqua: siamo i maggiori consumatori di acqua imbottigliata nella plastica. Di conseguenza, siamo i più esposti all’azione invisibile delle microplastiche…
E la notizia peggiore é che siamo assenti in questa battaglia di civiltà… Se da una parte i governi giocano a ping-pong per far slittare le normative, l’unico contributo nella lotta alla plastica è rappresentato da una scelta netta: smettere di comprare l’acqua in bottiglia.
Risparmiando finalmente tempo e sforzi inutili.
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Un impianto di purificazione domestica dell’acqua annulla l’eventuale presenza di residui di calcare e di cloro. Così, oltre a migliorare e proteggere il tuo benessere, potrai dire addio per sempre all’acqua nelle bottiglie di plastica. E in definitiva dimenticherai tanti inutili fatiche, perché l’acqua del rubinetto è pressoché infinita e non dovrai mai più preoccuparti dell’approvvigionamento.
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