In provincia di Reggio-Emilia i rubinetti sputano fuori un liquido torbido e lattiginoso: i Comuni avvisano di non utilizzare l’acqua per nessun motivo

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Acqua non potabile per quasi 33mila abitanti della Val d’Enza e della Bassa occidentale a causa di un guasto all’impianto di potabilizzazione nella centrale idrica dell’Acquedotto di Caprara che si è verificato ieri mattina.

Molte persone – specialmente gli anziani – non sono state raggiunte dagli annunci diffusi su Facebook e sui siti web dei Comuni, e molti hanno continuato a utilizzare per consumi domestici ciò che usciva dal rubinetto di casa: l’acqua torbida, nocciola o lattescente.

Saputo del guasto, Ireti e Ausl hanno subito sospeso l’acqua della rete pubblica ad uso alimentare.

Solo attorno alle 15,30 sono arrivati i risultati delle analisi chimiche e microbiologiche svolte dall’Ausl e dall’Arpa: l’acqua non era potabile. Ieri sera Iren ha ribadito che “fino a nuova comunicazione, si ritiene opportuno non utilizzare l’acqua per l’uso alimentare (ad esempio: bere l’acqua, cucinare). È possibile lavarsi, ma previa bollitura“.

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Il problema interessa i residenti di Campegine, Gattatico Castelnovo Sotto, Poviglio, Boretto, Brescello e Gualtieri: stando ai dati Istat, si tratta di circa 33mila persone.

A dare l’allarme è stata la stessa Ireti in mattinata, che ha parlato di una avaria tecnica alla centrale di Caprara che alimenta un vasto territorio: “L’avaria è stata individuata e isolata e si è al lavoro per la risoluzione del problema. Ausl ed Ireti stanno monitorando la situazione. Al momento si sconsiglia l’uso potabile dell’acqua“.

Amministrazioni comunali come Campegine si sono attivate chiamando le famiglie, ma per lo più i cittadini lo hanno saputo da internet e tramite il passaparola.

Catia Silva (ex consigliera, FdI) commenta così l’accaduto: “In occasione di un allarme importante, di tipo alluvionale, l’allora sindaco Giuseppe Vezzani girò per il paese usando un megafono per avvertire la popolazione. Sarebbe forse stato il caso di farlo anche in questa situazione“.

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L’acquedotto di Caprara attinge acqua sotterranea tramite 4 pozzi situati nella località Laghi di Gruma.

L’acqua viene disinfettata con il dosaggio di biossido di cloro a Caprara.

Sarebbe stato l’impianto che immette il biossido di cloro nell’acqua ad essersi rotto.

Verso le 15 Ireti aveva “riparato il guasto ai filtri di Caprara e pulito il sistema di estrazione dell’acqua”.

Federconsumatori però sta avviando l’istruttoria e ha richiesto un incontro urgente per verificare le responsabilità di Ireti, società controllata da Iren, relativo al disservizio causato dal guasto all’acquedotto di Caprara e che ha coinvolto disagi ed eventuali danni a 33mila cittadini nei comuni di Campegine, Castelnovo Sotto, Gattatico, Gualtieri, Poviglio, Brescello e Boretto.

Tutti i cittadini sono stati invitati a monitorare caldaie, filtri di depurazione o altri danni causati dal mal funzionamento dell’acquedotto di Caprara, fotografando e documentando dai tecnici privati il danno causato e nel caso di ripristino o pulizia dei filtri di depurazione o caldaie o altri d’anni ad altre apparecchiature.

Federconsumatori valuterà con gli associati su appuntamento se ci sono i presupposti per richiedere il risarcimento ad Iren.

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In un mondo normale nessun cittadino vorrebbe bere e tantomeno cucinare con dell’acqua che viene sistematicamente bombardata con il cloro.

Certo, è una normale operazione di pulizia e sanificazione.

Ma ingerire il cloro potrebbe provocare danni al corpo umano.

Se si beve acqua con cloro dentro i parametri di legge non succede nulla, anzi, l’acqua clorata che rispetta i parametri indicati dall’OMS è un’acqua più sicura da bere

Se, invece, si ingerisce acqua con cloro in quantità importanti si può avere una diminuzione significativa di alcune vitamine e danneggiare la flora batterica benefica. 

Molte persone vorrebbero bere l’acqua del proprio rubinetto in completa sicurezza ma non lo fanno perché pensano che l’acqua del rubinetto sia poco sicura.

Oltretutto sentono odori e sapori sgradevoli. 

Perciò non ci rimane che capire come eliminare eventuale cloro in eccesso dall’acqua potabile.

Probabilmente saprai già dell’esistenza di appositi impianti di filtraggio che rimuovono i metalli, le sostanze tossiche nel lungo periodo e soprattutto i microrganismi di diversa specie come virus e batteri.

E tra le varie tecnologie disponibili sul mercato, c’è da dire che quelle a marchio Aquamea hanno una particolare unicità: filtrano il doppio perché hanno i filtri più grandi.

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Un impianto di depurazione domestica ad osmosi inversa annulla l’eventuale presenza di residui di calcare e di cloro. Così, oltre a proteggere la tua salute, potrai dire addio per sempre all’acqua in bottiglia e a tutti i fastidi che ne scaturiscono… La tua nuova acqua purificata e decontaminata sarà sempre a tua disposizione, giorno e notte, senza uscire di casa. Risparmierai parecchio, sfruttando al 100% l’acqua che già paghi…

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A presto,

lo staff Aquamea

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