I paradossi dell’acqua nel nostro paese: ecco l’approccio della maggior parte degli italiani

Un’analisi commissionata da The House Ambrosetti mette in rilievo alcuni paradossi legati all’acqua e alla sua gestione nel nostro Paese… Ecco di cosa si tratta: per sorridere potremmo dire che l’unica certezza assoluta riguarda il fatto che l’acqua bagna. Purtroppo poi il nostro paese dimostra di avere un rapporto paradossale con l’acqua, in particolare con quella potabile. Una domanda sorge quindi spontanea: cosa sanno gli italiani in merito a questa risorsa così preziosa?

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La risposta arriva proprio dall’indagine commissionata dalla community Valore Acqua per l’Italia di The European House – Ambrosetti. Questa realtà raccoglie 24 dei principali protagonisti della filiera dell’acqua nel nostro Paese, che rappresentano circa la metà della rete idrica e servono, di conseguenza, circa il 50% della popolazione. L’indagine ha raccolto le risposte di un campione rappresentativo, distribuito per aree geografiche, età e genere, facendo emergere dall’analisi alcuni paradossi che evidenziano la differenza tra quello che viene percepito e la realtà dei fatti.

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Il primo paradosso è quello definito Nimby (Not in my back yard) del cambiamento climatico. Le principali preoccupazioni per gli italiani riguardano economia ed occupazione, ma subito dopo troviamo il cambiamento climatico. Tuttavia questa preoccupazione non è sentita vicina: il proprio territorio viene percepito come immune da questo problema. Della serie: ok, è un problema reale, ma non per me. In realtà, come ricorda Luca Mercalli, presidente della Società Metereologica Italiana, il cambiamento climatico tocca tutti da vicino.

La siccità invernale 2021-22 che mette in luce ancora una volta come gli estremi climatici possano rapidamente minacciare la disponibilità di acqua anche in territori che normalmente ne sono ricchi: il bacino del Po, dopo oltre due mesi senza precipitazioni è in secca. Fortunatamente abbiamo ancora da giocare la carta delle piogge primaverili, in grado di colmare il deficit idrico, ma un anticiclone come quello che si è installato da dicembre sull’Europa occidentale, qualora si insediasse nei mesi estivi con l’agricoltura in attività, porterebbe temperature oltre i 40°C e uno stress idrico imponente. Prepararsi fin d’ora ad un futuro climatico inedito è indispensabile“.

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Proprio sull’essere preparati ad affrontare il futuro si innestano gli altri paradossi. 6 italiani su 10 pensano che la bolletta dell’acqua sia onerosa, ma in realtà le tariffe per l’acqua sono tra le più basse d’Europa, con un costo medio di 2,08 euro/m3, mentre nella vicina Francia questo è il doppio (4,08 euro/m3). Il 90% della popolazione non ne conosce il costo reale e per questo l’86% pensa di pagare molto di più di quanto paga in realtà: 1 persona su 3 è convinta di spendere il doppio. Nonostante la convinzione di pagare troppo per l’acqua, più della metà della popolazione sarebbe disposta a pagare qualche euro in più all’anno pur di finanziare interventi destinati a migliorare il servizio e ridurre l’impatto ambientale: eliminando le perdite di rete, migliorando i sistemi di depurazione e le infrastrutture della rete idrica. Quindi è vero che l’Italia ha uno dei prezzi più bassi in Europa, ed è vero anche che si annovera tra i Paesi che investono meno nel settore idrico: il nostro Stato investe 46 euro per abitante, la Francia è a 90, la Germania a 92 e il Regno Unito a 135 euro. Le fasce più vulnerabili della popolazione, inoltre, possono accedere a degli aiuti. Purtroppo poche persone sanno che esiste un bonus idrico e la possibilità di rateizzare la bolletta (il 60% ne ignora l’esistenza), mentre le tariffe agevolate sono sconosciute a meno del 40% dei rispondenti. Quando gli italiani aprono il rubinetto pensano di pagare troppo, pensano di essere attenti ma in realtà non lo sono così tanto. Non a caso più di 2 cittadini su 3 sottostimano il proprio consumo idrico giornaliero: questo fa sì che l’Italiano sia un grande consumatore d’acqua, ma con abitudini sbagliate.

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L’Italia è quindi una nazione che consuma molta acqua e di contro ne beve poca: appena il 29,3% della popolazione beve l’acqua del rubinetto che, oggettivamente, costa molto meno dell’acqua imbottigliata. Un triste primato è che siamo tra i primi al mondo per il consumo di acqua in bottiglia.

L’ultimo paradosso riguarda il “cosa c’è dietro l’acqua del rubinetto“. Il 37% degli italiani non conosce il proprio gestore e una percentuale maggiore non ha idea di cosa faccia, anche se molti sono disposti a pagare qualcosa in più pur di migliorare la rete idrica.

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Questa indagine dimostra quanto sia necessaria una maggiore educazione sull’utilizzo dell’acqua e sul come si sviluppa l’intera filiera, dato che risulta cosa poco conosciuta e questo porta ad inutili sprechi ed errati utilizzi di una risorsa finita.

Per tutti questi motivi abbiamo progettato un’intera linea di tecnologie dedicate agli impianti di purificazione dell’acqua domestica.

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Un impianto di purificazione domestica dell’acqua annulla l’eventuale presenza di residui di calcare e di cloro, presenze che spesso (a causa del sapore terribile) creano un immediato rifiuto nella mente del consumatore. Con il purificatore domestico, oltre a migliorare e proteggere la tua salute, potrai dire addio per sempre all’acqua nelle bottiglie di plastica.

Ma non è tutto: per agevolare la scelta, riserviamo una speciale offerta a chiunque sia interessato ad ottenere acqua pura e decontaminata direttamente dal rubinetto di casa: www.aquamea.it

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Se vuoi spazzare via i paradossi sull’acqua e supporti anche tu l’idea di un mondo migliore, più sano e vivibile per le generazioni future, allora le tecnologie Aquamea (che erogano acqua buona, leggera e decontaminata) sono davvero perfette per te.

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