Ecco cosa estrapolare dal più importante e antico trattato al mondo sulla cultura del tè

Se in una città, alla presenza di un duca o un Re, manca il principale tra i ventiquattro strumenti da me indicati, allora è meglio rinunciare del tutto alla preparazione del tè“.

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Se vivessimo nell’antica Cina queste parole non suonerebbero affatto nuove.

Sono impresse nel Chajing (Canone del tè), manuale che nei secoli è rimasto il solo ed unico rappresentante dell’archetipo sul sapere teistico. Composto intorno al 758 dal letterato e poeta Lu Yu, il Chajing ha dato un fondamentale impulso alla cultura del tè, fissandone lo spirito.

La preparazione perfetta, per Lu Yu, andrebbe ricercata in alcuni ingredienti e strumenti scelti con estrema cura, nel rispetto delle procedure di preparazione e nell’equilibrio tra gli elementi che vengono chiamati in causa.

Lu Yu consigliava di ricopiare il Canone su rotoli di seta da appendere alle pareti, così da tenerli sott’occhio e ricordare in ogni momento l’aspetto del trattato.

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Il quadro che ne emerge è che, per rispecchiare l’ordine che governa l’Universo, il ruolo principale è affidato all’acqua.

Per il poeta cinese l’acqua migliore era quella di montagna, seguita da quella dei fiumi e dei pozzi: la ciliegina sulla torta riguardava l’utilizzo della stessa acqua di provenienza della pianta da tè.

Tuttavia appare chiaro come oggi, specie per noi, risulti impossibile seguire ed attenerci a suggerimenti simili.

Quello che dobbiamo sapere però, è che il tè riesce ad esprimere le sue massime potenzialità solo quando viene utilizzata l’acqua giusta. Sembrerebbe che il tè e l’acqua abbiano la necessità di armonizzarsi a vicenda.

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Ma cosa significa e come si riconosce un’acqua giusta? E soprattutto, perché è così importante l’acqua?

Per risponderti al meglio facciamo un piccolo passo indietro per osservare più da vicino i componenti del tè.

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La metà dei componenti delle foglie sono solubili. Da loro dipendono fragranza, aroma, sapore e colore dell’infuso. Alcuni di questi componenti, inoltre, si dissolvono con frequenze diverse: alcuni in modo rapido, altri in forma più lenta.

Ecco perché, il prezioso infuso, necessita di acqua neutra e pura.

L’acqua non dovrà essere dura e calcarea e non dovrà contenere cloro e piombo: allo stesso tempo non potrà essere salata e ferruginosa, ma inodore e incolore.

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L’ultimo fattore chiave riguarda il contenuto di sali minerali disciolti nell’acqua (residuo fisso), unito al PH leggermente acido o neutro.

Questi valori possono essere ottimizzati dalle nostre tecnologie, che ti faranno ottenere acqua pura e decontaminata direttamente dal tuo rubinetto.

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Un impianto di depurazione domestica ad osmosi inversa annulla l’eventuale presenza di residui di calcare e di cloro. Così, oltre a migliorare e proteggere la tua salute, potrai dire addio per sempre all’acqua nelle bottiglie di plastica. E in definitiva risparmierai perché l’acqua del rubinetto è pressoché infinita e non dovrai mai più preoccuparti dell’approvvigionamento.

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