In principio era solo acqua.
E l’acqua sostentava Ninive, l’ultima grande capitale dell’impero Assiro, nel territorio dell’odierna Mosul.
Le ricerche dell’Università di Udine e della Direzione delle antichità di Duhok si inseriscono nel quadro del progetto archeologico «Terra di Ninive (ParteN)», attivo dal 2012 nel Kurdistan iracheno.
Ricostruire la storia dell’utilizzo delle risorse, a partire dall’acqua e dai suoli nell’antica Mezzaluna fertile, è tra gli obiettivi principali del ParteN. L’interesse scientifico della missione riguarda l’analisi di quel processo – noto come transizione neolitica – che sancì il passaggio da un’economia predatoria, basata sulla caccia e sulla raccolta, ad un’economia di tipo produttivo.

Tra l’ottavo e il settimo secolo A.C. l’Impero Assiro si estendeva dal Golfo Persico all’Iran occidentale.
Nella regione che costituiva il fulcro del primo impero «globale» del mondo antico, i 350 siti attribuiti durante le ricognizioni a questo periodo s’identificano con piccoli borghi agricoli, fattorie isolate e alcuni centri di tipo urbano che dovevano garantire l’amministrazione delle terre collocate nel distretto di Ninive.
Lungo 340 km si avvicendavano canali, corsi d’acqua perenni o stagionali il cui flusso veniva deviato, sbarramenti fluviali, argini, dighe e anche i primi acquedotti in pietra. Un sistema finalizzato all’aumento della produzione, necessaria a implementare lo sviluppo demografico e sociale di una capitale di circa 100mila abitanti, sostenendone lo sforzo imperialistico.
Tra queste infrastrutture idrauliche troviamo il canale di Faida, scavato nella roccia ai piedi di una catena di colline: l’acqua veniva convogliata dalle sorgenti carsiche. Per proteggere i canali che, intersecati da corsi d’acqua stagionali, rischiavano – specialmente con lo scioglimento delle nevi sui monti Tauro e Zagros – di essere distrutti da piene devastanti, gli ingegneri assiri costruirono acquedotti in pietra ben quattro secoli prima dei Romani, ritenuti a torto gli inventori di questa tipologia di monumenti.

La scoperta di altri quattro acquedotti ha portato alla luce alcuni blocchi con iscrizioni cuneiformi.
Il testo, tradotto dal fondatore dell’Orientalistica all’Università di Udine, recita così:
«(Io sono) Sennacherib, re del mondo, re d’Assiria. Per una lunga distanza dal fiume Hazur io ho fatto scavare un canale fino ai pascoli di Ninive. Sopra profonde fiumare ho fatto costruire un acquedotto di blocchi di calcare (e) sopra esso ho fatto passare queste acque».

Da questi antichi sistemi di costruzione possiamo intuire quanto il calcare fosse considerato utile. Ed effettivamente lo è, visto che è presente in natura sotto forma di roccia.
Tuttavia, la roccia accumula batteri e sostanze trasportate dal vento. Non a caso, nel 2013, l’International Journal of Preventive Medicine ha dimostrato il legame diretto tra calcare e danni all’organismo (tra cui i calcoli).

Quando il calcare si accumula nelle condotte della rete, trascina (anche nel tuo rubinetto) una serie di elementi chimici potenzialmente pericolosi per la salute.
Questo perché – sempre secondo i ricercatori scientifici – a differenza della calcite, i carbonati di calcio presenti nel calcare inibiscono l’azione della diidrossi-vitamina D, che causerebbe carenze di magnesio e ferro.
E in definitiva, una carenza ripetuta di magnesio è tra le prime autostrade verso l’insufficienza renale.
Ecco che allora ha tutto il senso del mondo proteggersi tra le mura domestiche mentre si sfrutta un gesto semplice come quello di aprire il proprio rubinetto dell’acqua.

Con i nostri impianti di purificazione dell’acqua ti sentirai completamente al sicuro perché, grazie alla tecnologia ad osmosi inversa, eliminerai in un solo colpo calcare, cloro e sostanze indesiderati come metalli pesanti e micro-plastiche.
Così, oltre a proteggere la tua salute, potrai dire addio per sempre all’acqua nelle bottiglie di plastica. E in definitiva risparmierai… perché l’acqua del rubinetto è pressoché infinita e non dovrai mai più preoccuparti dell’approvvigionamento.

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Anche perché non vediamo l’ora di leggere la tua recensione soddisfatta, proprio come fatto da Alessandro alcuni giorni fa.
