Per un consumatore attento, responsabile e consapevole é sempre bene leggere le etichette di tutti i prodotti che si acquistano. Anche al supermercato. Avevamo già parlato del fatto che l’acqua in bottiglia ha una data di scadenza presente sulla confezione di plastica o vetro. Questo significa che nemmeno l’acqua è uno di quei prodotti consumabili “per sempre”.
Sulle confezioni di acqua si può leggere (in genere sul tappo o su una parte della bottiglia) “da consumarsi preferibilmente entro” e la data (mese e anno) entro la quale é raccomandato consumare quell’acqua. Non si tratta di una data di scadenza categorica perché in realtà a scadere non è l’acqua, ma l’involucro che la contiene. Un materiale come la plastica, con il passare del tempo, può esporci ad alcuni rischi per la salute.
Più aumenta il tempo di conservazione e più aumentano le possibilità che la plastica rilasci sostanze chimiche nell’acqua imbottigliata.

Infatti, una serie di studi del 2018 dimostra come dalle bottiglie in plastica possano migrare sostanze chimiche nell’acqua, contaminandola con sostanze cancerogene. Per esempio antimonio e bisfenolo A (BFA).
Quando queste sostanze vengono ingerite tendono ad accumularsi nel corpo, creando problemi e possibili sviluppi di malattie all’intestino, ai polmoni e al sistema immunitario. Un altro fattore che potrebbe accelerare il rilascio di queste sostanze dannose è l’esposizione delle bottiglia d’acqua al calore.
Non a caso, altri studi dimostrano come le temperature alte favoriscano una maggiore esposizione a queste sostanze ed una maggiore crescita batterica.

Dovrebbe far riflettere un aspetto cruciale: quando si acquista l’acqua imbottigliata (soprattutto se realizzata in PET, come la maggior parte di quelle presenti al supermercato) è opportuno conservarla sempre in un luogo fresco e al riparo dalla luce diretta del sole. E come non parlare del periodo estivo, quando bisogna evitare di tenere le bottiglie per molto tempo al caldo in macchina o sul balcone? Senza dubbio delle buone abitudini, ma servono soltanto a ridurre il rischio di ingerire sostanze dannose per la salute.
Secondo questo recente test tedesco, molti marchi di acque italiane presentano tracce di metalli pesanti che non vengono dichiarati in etichetta. E come scrive il professor Claudio Pagliara nel suo libro La salute con l’acqua, “Per non trovare certe sostanze, é sufficiente non cercarle”.

Ecco perché una scelta intelligente è quella di bere l’acqua del rubinetto, così da evitare di bere acqua imbottigliata. Certo, le acque minerali che acquistiamo sgorgano da diverse fonti che dovrebbero essere incontaminate, ma non sempre è così. E può succedere che l’acqua porti con sé anche sostanze indesiderabili come metalli pesanti e tracce di pesticidi, oltre a ferro, rame, bario, cromo…
… e nei casi peggiori l’uranio ed il boro.

E cosa dire, poi, delle microplastiche nell’acqua? I dati sui possibili rischi associati sono ancora così scarsi che attualmente non si stanno valutando le microplastiche nell’acqua minerale.
Anche se il risultato non consente un giudizio chiaro, l’amara verità é che le microplastiche sono state trovate persino nell’acqua delle bottiglie di vetro. Anzi: secondo lo stato attuale delle conoscenze, non esiste una ricetta per evitare completamente le microplastiche. Sono sempre presenti.
Un interessante articolo pubblicato su LifeStyleSlow ha cercato di spiegare i motivi per i quali è consigliabile bere l’acqua dal rubinetto, individuandone almeno tre:
- Bere acqua in bottiglie di plastica aumenta l’inquinamento (trasporto in camion);
- Durante il trasporto con il calore vengono rilasciate sostanze dannose per la salute;
- Spreco di soldi (una famiglia in media spende per consumo d’acqua circa 400 euro all’anno)
Ma i motivi non sono solo questi. L’acqua del rubinetto subisce tantissimi controlli in uscita, ma scorre dentro condotte spesso fatiscenti. Ed è per questo che esistono degli appositi impianti di filtraggio che rimuovono i metalli, le sostanze tossiche nel lungo periodo e soprattutto i microrganismi di diversa specie come virus e batteri.
E tra le varie tecnologie disponibili sul mercato, c’è da dire che quelle a marchio Aquamea hanno una particolare unicità: filtrano il doppio perché hanno i filtri più grandi.

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